di Roberto Gremmo – Come già annunciato dal nostro giornale, si è tenuta a Muscian la conferenza dell’ingegnere argentino Edoardo Guasco sull’ emigrazione piemontese in Argentina, organizzata dai giovani della Badia Piemont, coordinati dall’alba’ Diego dij Grand.
L’argomento e’ di particolare interesse, soprattutto perché concerne il ruolo fondamentale avuto dai nostri connazionali nella formazione dello Stato sudamerIcano a fine Ottocento.
Specie in Patagonia, i Piemontesi furono in molti campi dei pionieri e degli apripista, quasi sempre manifestando doti particolari di coraggio, equilibrio e lungimiranza.
Soprattutto, in campo religioso, dove i Salesiani furono protagonisti eminenti, come dimostra la statua del piemontese San Giovanni Bosco che troneggia oggi a El Buson, per iniziativa proprio del dottor Guasco.
Come leggiamo nel libro “Los Salesianos y las Hijas de Maria Auxiliadora en la Argentina” di Bruno Cayetano, fu proprio il prete piemontese Domenico Milanesio a salvare dal genocidio totale i nativi del luogo che nel 1979 il generale Julio Argentino Roca voleva sterminare dopo berli sconfitti in una lunga guerra, ma la mediazione del salesiano porto’ ad un accordo fra l’esercito ed il capo indios Manuel Namuncura’ che salvo’ la vita a molti indigeni, compreso il figlio dello stesso condottiero aborigeno che, convertitosi, doveva morire a Roma in odore di santità’.
Dei salesiani in Argentina scrive anche Ludovico Incisa di Camerana nel libro “Il grande esodo” e li descrive “preti a cavallo, uomini dalla volontà’ di ferro, di fisico e d’aspetto ardimentoso, in maggioranza piemontesi”.
Figli migliori della “Patria Cita”.