Conte come Luigi XVI? Nella nuova Versailles il ceto dominante: parassiti, burocrati e finti imprenditori

22 Giugno 2020
Lettura 2 min

di Luigi Basso – Ieri si è conclusa, tra l’indifferenza generale, la incomprensibile kermesse degli Stati Generali a Villa Doria e Pamphilj fortissimamente voluta dal Premier.
Il non-evento ha avuto dei costi sui quali bisognerebbe fare luce, visto che qualunque Sindaco che apparecchiasse una simile passerella coreografica per conoscere le opinioni dei suoi concittadini sarebbe irrimediabilmente falciato dai severi Magistrati Contabili: pia illusione, dato che a Roma, si sa, si puote ciò che si vuole e, quindi, più non dimanderemo.


Ora, ha fatto un certo effetto leggere gli arditi parallelismi storici azzardati dai giornaloni italici che hanno coralmente accostato gli Stati Generali di Conte a quelli di Luigi XVI.
Il paragone è fuori luogo ed assurdo, essendo impossibile confrontare due epoche storiche così distanti e personaggi storici tra i quali esiste un abisso: sarebbe come paragonare Dante a Paperino, per dire.
Tuttavia non è inutile andare con la mente a quell’epoca per capire meglio la nostra.
All’epoca della monarchia assoluta gli Stati Generali rappresentavano i tre ceti dominanti che componevano la società francese, Nobili, Clero, Borghesia.


Oggi quali sarebbero gli Stati Generali, realmente rappresentativi dei ceti dominanti ?
Non vi sono dubbi sul fatto che, oggi, il ceto dominante è quello dei Parassiti, che raccoglie burocrati (da Roma a Bruxelles) con super stipendi, cooptati spesso senza fare più concorsi, o, al massimo, con concorsi truccati, nonché finti imprenditori e capitani coraggiosi assistiti e protetti dalla politica e dallo Stato, per questo ostili alla concorrenza perché, appunto, devono tutto al fatto di essere ammanicati e attovagliati nei salotti buoni.


Il ciclone della globalizzazione ha spazzato via la libera impresa e ha lasciato in piedi solo coloro che vivono attaccati alla mammella dello Stato.
Il modello di impresa cinese si è ormai affermato anche in Occidente.
Oggi, però, la globalizzazione è entrata in una crisi che pare sistemica: pidocchi e parassiti lo hanno capito e sono terrorizzati.
Ci sarà una Rivoluzione? Solo i chiaroveggenti lo sanno.


Ma guardando al passato, il Re Sole, Luigi XIV, nel 1600, allontanò da sé il diluvio della Rivoluzione Francese prendendo tutti i parassiti di Francia, i dissoluti nobili, mettendoli nel più grande Paese dei Balocchi mai visto, la enorme Reggia di Versailles, dove li confinò tra orge, lussi sfrenati, giochi assurdi e cerimoniali grotteschi.


Dopodiché, riuscì a rilanciare la Francia con la ricetta del ministro Colbert, che era rimasto colpito dalla risposta di un mercante al quale chiedeva cosa avrebbe potuto fare la Corona per migliorare l’economia.
Laissez faire, laissez passer: per carità, ministro, non fate nulla…
Ecco, se proprio volessimo fare un parallelismo tra la Francia pre rivoluzionaria e l’attualità, sarebbe l’ora di costruire una Versailles dove intruppare tutti i parassiti e impedirne l’influenza nefasta sul mondo reale e chiedere a Governo e Parlamento di non fare nulla per almeno 10 anni, pagarli per non fare neppure una legge, neppure un decretino.
Anzi, a dirla tutta, dovrebbero fare una sola legge, di una riga: tutte le leggi degli ultimi 20 anni sono abrogate immediatamente.

Photo by Clark Van Der Beken

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