Categorie: Politica

E’ legge l’amnistia per gli indipendentisti catalani

E’ passata al Congresso spagnolo per appena cinque voti la legge che garantirà l’amnistia per tutti i reati amministrativi e fiscali commessi dagli indipendentisti catalani tra l’1 novembre 2011 e il 13 novembre 2023, quindi anche per i reati contestati nel cosiddetto ‘ procès’, ossia il processo secessionista catalano. Aperto nel 2019, diversi leader indipendentisti sono stati condannati per “sedizione” per aver organizzato nel 2017 il referendum per l’indipendenza della Catalogna , e per aver poi proclamato unilateralmente l’indipendenza da Madrid. Approvata con 177 voti contro 172 no, la “Legge per la normalizzazione istituzionale, politica e sociale in Catalogna ” è frutto di un’intesa tra i socialisti dello Psoe, attualmente al governo, con i partiti indipendentisti di Junts (‘Uniti per la Catalogna ‘) ed Erc (‘Sinistra Repubblicana di Catalogna ‘).

Un successo politico per il primo ministro Pedro Sanchez, che aveva annunciato questo obiettivo appena salito al potere: “In politica, come nella vita, il perdono è più potente del rancore” ha scritto in un post su X, al termine della votazione odierna. Le legge sull’amnistia fa decadere le condanne per vari leader indipendentisti condannati nel 2019 tra cui Oriol Junqueras e Jordi Turull, segretari generali rispettivamente dell’Erc e di Junts, e dell’ex presidente del Parlamento Carme Forcadell. Ma a fare più clamore, è la possibilità per l’ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont di poter tornare in Spagna: nel 2017 ha lasciato il Paese per sfuggire al processo per sedizione. Prima ha riparato in Belgio, e poi in Germania e Italia per sfuggire al mandato d’arresto europeo. Eletto nel frattempo al Parlamento europeo, ha riottenuto nel 2022 l’immunità parlamentare e da allora resta fuori dai confini spagnoli in autoesilio.

 L ‘approvazione definitiva della legge di amnistia da parte del Congresso dei deputati spagnolo non e’ un “punto fermo” perche’ l’aspirazione rimane l’autodeterminazione della Catalogna . Lo ha detto il presidente di Sinistra repubblicana di Catalogna (Erc), Oriol Junqueras, definendo il via libera a quella misura di grazia una “vittoria per la Catalogna ” e per “i democratici di tutto il mondo”. Junqueras, uno dei beneficiari della legge, ha sottolineato di dare “per scontato” che parte della magistratura spagnola mettera’ “i bastoni tra le ruote” per ostacolarne l’attuazione. Il leader indipendentista ha salutato la vittoria di “tutte le persone che hanno messo i loro corpi tra i manganelli e le urne” e che hanno protestato contro “sentenze palesemente ingiuste”. Il leader dell’Erc ha sottolineato che questa legge dara’ tranquillita’ “a centinaia e migliaia di famiglie che hanno subito la repressione” e ha previsto che la sua applicazione sara’ “piu’ facile” nel caso di persone che sono state condannate o perseguite e che non sono note. 

Con l’approvazione definitiva della legge di amnistia da parte del Congresso dei deputati spagnolo “vince la democrazia” e “vincono le centinaia di persone che hanno subito condanne ingiuste”, cosi’ come “le loro famiglie”. Lo ha affermato in un messaggio su X il presidente in funzione della Catalogna , Pere Aragones, prevedendo che la Catalogna voterà’ “sul suo futuro in liberta’” in un referendum sull’indipendenza. “Abbiamo l’amnistia. Come promesso. E avremo anche il referendum. Perche’ la Catalogna deve votare e votera’ sul suo futuro in liberta’”, ha sottolineato Aragones.

 L’amnistia “ci è costata moltissimo”, “grazie all’attività parlamentare e ai negoziati, ora si può tornare a fare politica”, “per i catalani questa legge significa che alla fine la democrazia ha prevalso, che non si può convincere, incarcerare, reprimere, manipolare e insultare persone che difendono una causa giusta, ovvero che la gente voti”, come è stato il caso del referendum sull’indipendenza della Catalogna . Lo ha detto a LaPresse il portavoce del partito indipendentista catalano Erc, Gabriel Rufian, commentando l’approvazione definitiva dell’amnistia al Congresso dei deputati. Rufian ha però sollevato dubbi sull’applicazione della normativa da parte dei giudici. “Molti giudici qui in Spagna si sono detti contrari alla legge, hanno affermato che non la rispetteranno”, ha aggiunto, sottolineando che si tratta di una “anomalia democratica totale e assoluta” e che si agiranno affinché la legge venga rispettata. 

 L ‘approvazione della legge di amnistia da parte del Congresso dei deputati spagnolo “e’ una riparazione per una parte delle ingiustizie di questi anni di persecuzione dell’indipendenza catalana e il risultato della forza negoziale che ci hanno dato”. Lo ha detto il portavoce di Uniti per la Catalogna (JxCat), Mi’riam Nogueras, nel dibattito in Aula che precede la votazione della misura di grazia che dovrebbe essere approvata oggi dalla Camera bassa. Per Nogueras si tratta di una giornata storica, “nel senso piu’ completo del termine”. “Questa legge non e’ un indulto, e’ una vittoria democratica e collettiva. Oggi non perdoniamo. Oggi si vince”, ha sottolineato l’esponente del partito indipendentista catalano. 

Intanto la presidente della Comunita’ di Madrid, Isabel Diaz Ayuso, ha annunciato che il suo governo presentera’ “subito” un ricorso di incostituzionalita’ contro la legge di amnistia.

“Oggi e’ un giorno disastroso per la democrazia spagnola, perche’ e’ stata approvata la legge piu’ corrotta. Non si vedeva niente di simile da decenni, una legge che pretende di dimenticare tutto quello che e’ successo in Catalogna “, ha spiegato la leader madrilena, esponente del Partito popolare (Pp). Ayuso ha insistito sul fatto che “i privilegi per alcuni politici non possono essere consentiti, ne’ ci possono essere regioni e leader che non sono soggetti alla legge”.

Ma i procuratori del Tribunale Supremo spagnolo si oppongono al ritiro dell’ordine di arresto con l’accusa di sedizione e malversazione per l’ex presidente della Generalitat de Catalunya Carles Puigdemont sostenendo che la legge di amnistia approvata oggi non è applicabile a quest’ultimo reato per il quale furono condannati 4 dei 12 leader indipendentisti, a suo tempo alla sbarra, fra i quali il segretario dell’Erc, Oriol Junqueras. Lo hanno dichiarato oggi in una riunione con il Procuratore generale dello Stato, Alvaro Garcia Ortiz, convocata per stabilire criteri omogenei di applicazione della normativa. Secondo i Pm che hanno sostenuto la pubblica accusa al processo, la malversazione di fondi comprovata non rientra in nessuna delle tipologie previste dall’amnistia, che coprirebbe invece i reati di disobbedienza e disordini pubblici, gli altri reati attribuiti ai leader indipendentisti, dopo la riforma del reato di sedizione nel Codice Penale. Il rientro di Puigdemont in Spagna è condizionato proprio alla revoca dell’ordine nazionale di arresto. I procuratori, secondo fonti giudiziarie riferite da Efe, hanno formalizzato il parere in una relazione in cui occorre porre una questione pregiudiziale davanti al Tribunale Superiore di Giustizia della Ue e davanti alla Corte costituzionale spagnola. Il testo di legge di amnistia dovrebbe beneficiare oltre 400 implicati a vario titolo in procedimenti giudiziari per il processo indipendentista per reati commessi fra il primo novembre 2011 e il 13 novembre 2023. Vale a dire dalla prima consultazione informale sull’indipendenza convocata in Catalogna, al referendum del primo ottobre 2017 fino alle proteste per le condanne dei leader secessionisti. Modificata due volte, la normativa esclude dalla misura di grazia i reati “che hanno provocato in maniera intenzionale” gravi violazioni dei diritti umani regolati dagli art. 2 e 3 della Convenzione europea dei Diritti Umani relativi al diritto alla vita e al divieto di tortura. E quelli di tortura o trattamento disumano e degradante previsto dall’articolo 3 della Convenzione per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà fondamentali, salvo quando “non superino una soglia minima di gravità”. Viene amnistiata anche la malversazione di fondi pubblici, ma solo se finalizzata ad azioni inerenti il ​​processo indipendente e “sempre che non sia esistito il proposito di arricchimento” inteso come “beneficio personale di carattere patrimoniale”. Il testo annuncia che la grazia sarà applicata “con carattere preferenziale e urgente”, per cui indica un limite massimo di due mesi a partire dall’entrata in vigore, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, prevista per la prossima settimana. Da quel momento i giudici dovranno ritirare in maniera “immediata” gli ordini di cattura e arresto ancora pendenti. 

Redazione

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