“È caduto il governo Barnier: confermiamo apprezzamento e amicizia per gli alleati del Rassemblement National che hanno confermato l’amore per la loro Francia con una scelta da veri Patrioti, opponendosi a proposte economiche che andavano evidentemente contro l’interesse dei loro cittadini. Insieme cambieremo questa Europa”. Lo afferma la Lega in una nota dopo la sfiducia al governo francese di Michel Barnier votata tra gli altri dai deputati del partito di Marine Le Pen.
Dopo la caduta del premier francese Michel Barnier in seguito al voto favorevole sulla mozione di sfiducia, il leader di La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, ha dichiarato che “anche con un Barnier ogni 3 mesi, Macron non durerà 3 anni”. “L’inevitabile sfiducia è avvenuta”, ha scritto su X.
331 parlamentari, ben oltre la soglia della maggioranza assoluta richiesta, hanno sfiduciato il premier in carica da poco più di due mesi. Ora, in osservanza dell’articolo 50 della Costituzione, Barnier risulta automaticamente dimesso e dovrà rimettere il mandato al presidente della Repubblica. La proposta di sfiducia è stata presentata dal Nuovo Fronte popolare, l’alleanza di partiti di sinistra nata a giugno, quando Macron sciolse le Camere e annunciò elezioni anticipate. Il nodo della controversia, la proposta di legge sulla previdenza sociale per il 2025, che secondo l’Nfp determina tagli troppo pesanti a fronte dell’aumento delle tasse. Ora, il disegno di legge risulta respinto. Era dal 1962, col governo di Georges Pompidou, che in Francia non cadeva il governo.
Con il Fronte popolare ha votato la sfiducia al governo di centrodestra anche Rassemblement Nationale (Rn) di Marine Le Pen, che pure a settembre non aveva ostacolato la nomina di Barnier. Prima del voto, ha pronunciato nell’emiciclo un discorso dai toni accesi: “Oggi siamo costretti a votare con le sinistre”, ma in questo modo “cade finalmente un governo effimero”. Rivolgendosi poi all’elettorato, ha promesso che il partito sarà alla guida del paese: “Arriverà presto il tempo della grande alternanza, forse molto presto”.
Il governo Barnier, durato solo 90 giorni, è il più breve della Quinta Repubblica, dal 1958. Nominato il 5 settembre scorso, dopo due mesi di sospensione in cui la Francia era guidata da un governo dimissionario, Michel Barnier è finito il 4 dicembre. Un governo di cui l’ex commissario europeo detiene un altro primato, è stato il più anziano, a 73 anni, dei 26 primi ministri della Quinta Repubblica. Un altro record segnerà questo esecutivo sfortunato: è il secondo a non sopravvivere a una mozione di censura, dopo il governo di Georges Pompidou nel 1962.
Non solo, la breve visita di Barnier in rue de Varenne conclude anche un anno solare durante il quale l’Hotel Matignon ha accolto tre primi ministri, Elisabeth Borne, poi Gabriel Attal dal 9 gennaio e infine Michel Barnier. Il secondo, il piu’ giovane primo ministro, ha comunque avuto un mandato di quasi otto mesi, di cui due come “dimissionario”.
Macron aveva sorpreso tutti, a cominciare dal suo primo ministro Gabriel Attal, avvertito appena due ore prima dell’annuncio, prendendo la sua decisione di Barnier in pochi giorni, circondato da pochi amici intimi. Convinto che le elezioni europee vinte in gran parte dall’estrema destra (quasi il 40% dei voti) fossero state una “liberazione”, il presidente voleva con quella mossa invitare i francesi a ripartire, ma non è successo nulla di tutto questo.
Tutti i sondaggi avevano previsto che una vittoria del Rassemblement National alle elezioni legislative avrebbero portato all’arrivo di Jordan Bardella a Matignon. Ma le cose sono andate diversamente: la formazione di un “fronte repubblicano” ma, soprattutto, contro ogni aspettativa, la vittoria della sinistra alle elezioni, nella formazione inedita del Nouveau Front Populaire, seguita dal blocco centrale e, in terza posizione, dal partito di Le Pen.
In un’Assemblea nazionale ancora più fratturata che nel 2022, nessuno dei tre blocchi aveva una maggioranza relativa sufficiente per tentare di governare da solo. Da qui l’operazione del presidente che impiega due mesi interi per nominare un nuovo Primo Ministro.
Quest’ultimo impiega altri 16 giorni per formare il suo governo. Il break dei Giochi Olimpici e Paralimpici non cambia le cose, le sospende soltanto, fino a Barnier, il ‘coup de theatre’ di Macron passato dal più giovane primo ministro della storia, Attal, al più anziano. Ora le dimissioni, in attesa della nuova mossa.