“Uno dei settori in cui vengono al pettine le carenze più gravi della legge di Bilancio è quello sanitario”. Lo dice Maria Chiara Gadda, vice-presidente del gruppo di Italia Viva alla Camera. “Vengo da un territorio, come la provincia di Varese – prosegue Gadda -, che sulla sanità subisce la concorrenza della Svizzera, paese che offre stipendi che sono due, tre, quattro volte quelli italiani. E’ chiaro che non c’è competizione. Se poi vediamo che ai nostri medici spetteranno 17 euro in più al mese, agli infermieri 7 euro in più, che le assunzioni per il turn over sono bloccate e che non c’è un ragionamento vero sull’organizzazione del sistema sanitario, il risultato è sotto gli occhi di tutti. Allo stesso tempo, non è pensabile che dal punto di vista fiscale si favorisca solo chi ha 3 o 4 figli. Nel nostro paese c’è un elemento di povertà legato a persone che non hanno figli. Creare queste disuguaglianze significa non tener conto della società reale. Si fossero messi 500 milioni nelle casse del Terzo settore invece che nella card alimentare, ci sarebbe almeno stato un effetto moltiplicatore e non la monetizzazione del bisogno”, conclude.
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