“Nella manifestazione di sabato in Piazza del Popolo, è stato richiamato da moltissimi il Manifesto di Ventotene. Spero che tutte queste persone non l’abbiano mai letto perché l’alternativa sarebbe spaventosa. Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle repliche alla Camera. “Cito alcuni passi salienti: la rivoluzione Europea dovrà essere socialista; la proprietà private deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso; nel momento in cui occorre la massima decisione e audacia i democratici si sentono smarriti non avendo dietro uno spontaneo consenso popolare; la metodologia politico-democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria”, conclude Meloni.
Le critiche hanno scatenato la dura protesta delle opposizioni nell’Aula di Montecitorio, che ha portato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, a una prima sospensione dei lavori. Alla ripresa, il ministro degli Affari europei, Tommaso Foti, ha espresso parere favorevole sulla risoluzione di maggioranza e negativo sulle sei risoluzioni, distinte, depositate da tutti gruppi di opposizioni. Sulle parole della Premier è quindi partito un dibattito da parte dei gruppi di opposizione, sfociato peraltro in una successiva sospensione dei lavori e nella convocazione immediata, da parte di Fontana, della conferenza dei capigruppo.
Meloni, tra le altre cose, ha affermato: “Noi sosteniamo gli sforzi del presidente Trump. Dal mio punto di vista è un leader forte, che può sicuramente porre le condizioni per garantire una pace giusta e duratura. Penso che non vedremo con questa Amministrazione scene di debolezza occidentale viste per esempio in Afghanistan”, a commento in sede di replica dopo la discussione sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio Ue, parlando della guerra in Ucraina. “Ma la questione – ha aggiunto – si gioca con le garanzie di sicurezza e noi stiamo facendo la nostra parte”.
Sul tema riarmo e spese militari, la premier ha poi precisato: “Io sono presidente di un partito che dall’opposizione aveva nel programma l’aumento delle spese per la difesa. Le cose vere vanno dette anche quando rischiano di essere impopolari. Come ho detto con chiarezza ieri al Senato, la difesa è una precondizione di libertà: se chiedi ad altri di occuparsi della tua sicurezza, non lo faranno gratis, potranno anche decidere per te. Io voglio una nazione che sia in grado di decidere per se stessa, e per farlo deve essere capace di difendersi, deve mantenere i suoi impegni”.
Intanto in un punto stampa al Parlamento europeo il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, quando gli è stato chiesto se la premier Giorgia Meloni domani al vertice Ue dovrà sostenere il piano per il rilancio degli investimenti in Difesa della Commissione Ue, il cosiddetto ReArm Eu, ha così risposto: “Meloni ha il mandato per difendere l’interesse nazionale italiano. Non penso che quello di cui sta parlando qualcuno a Bruxelles corrisponda all’interesse nazionale italiano, ma neanche all’interesse dei cittadini europei”.
“C’è una maggioranza compatta e una sinistra divisa. La maggioranza è compatta sul fatto che l’Italia deve lavorare per la pace. Mentre in questo palazzo, mentre a Bruxelles – accusa Salvini – c’è qualcuno che pare stia lavorando per sabotare la pace e per alimentare la guerra, parlando di 800 miliardi di armi che sono l’ultima delle cose utili su cui investire in questo momento, in Italia noi vogliamo che Europa, Stati Uniti e Occidente siano protagonisti di pace e di disarmo, per usare le parole del Santo Padre. Quindi debito comune, esercito europeo, invio di militari, acquisto di carri armati tedeschi, nulla di questo è all’ordine del giorno”, ha ribadito”.***Ue: Salvini, Meloni ha mandato per difendere interesse nazionale, non ReArm Eu “.
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