di Benedetta Baiocchi – Il ministro della Salute esprime la sua linea di pensiero, ovvero la linea dura, dell’intransigenza, della chiusura a Natale. E lo ribadisce parlando al Corriere della Sera oggi. “La mia posizione non cambia, è sempre stata cristallina. Allentare proprio adesso le misure di contenimento sarebbe un grave errore. Bisogna chiudere, non aprire”.
E aggiunge affermando che quello di Natale “è il periodo più complicato, in cui il tasso di relazioni e spostamenti si alza di molto”, perciò aggiunge il ministro, “ascolteremo con grande attenzione i nostri scienziati e l’auspicio è che nel giro di poco tempo si possano assumere ulteriori misure, in grado di scongiurare una ipotetica terza ondata”.
“Merkel in Germania ha deciso il lockdown totale e così stanno facendo Londra e l’Olanda, mi sono convinto ancora di più che in questa fase serva tenere alta l’asticella del rigore”.
Il confine è chiaro: “Se non vogliamo precipitare nella terza ondata dobbiamo accettare misure di contenimento ancora più rigorose”, dice il ministro, secondo cui “se ci sarà o meno la terza ondata, dipenderà da noi”. Insomma, “La battaglia non è vinta, ci vuol poco a tornare indietro e a vanificare gli sforzi fatti nelle ultime settimane”. Anche perché, assicura Speranza, “il vaccino non arriverà subito per tutti”, pertanto nell’attesa, le misure rigorose si rivelano “l’unica strada per provare a contenere davvero il contagi”.
Resta però l’interrogativo di fondo: chi ristora le imprese che devono chiudere mentre un’altra parte del paese, garantita, non fa sacrifici?