“Dobbiamo liberare l’economia e togliere pressione dai servizi. Abbiamo tanto sponsorizzato i vaccini, valorizziamoli. Pertanto, per quanto riguarda l’isolamento dei contagiati, bisogna consentire ai vaccinati con terza dose o con seconda da meno di quattro mesi di uscire di casa dopo cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi, se stanno bene, e senza necessità di negativizzarsi con un tampone”. È la posizione di Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani di Roma, in una intervista a Libero. “Per quanto riguarda i non vaccinati o i vaccinati da oltre 120 giorni – spiega – l’isolamento andrebbe ridotto dagli attuali dieci a cinque giorni”. “E’ difficile stabilire la letalità di Omicron – prosegue – ma sappiamo che è meno grave di Delta grazie alla profilassi e alla replicazione del virus che per sopravvivere morde meno. A gennaio avremo oltre 3mila morti e molti si potevano evitare se tutti si fossero vaccinati. Non abbiamo tanti pazienti in ospedale. La pandemia ci ha insegnato che è ora di potenziare la medicina sul territorio e portare terapie innovative a casa dei malati”. E sulle scuole Vaia conclude: “La didattica a distanza non ferma i contagi. Assurdo chiudere le scuole, tanto i ragazzi si incontrano altrove”.
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